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Roma                                        N° 6                              30 ottobre 2021


             Da una moglie                  • “sei	‘na	pila	de	facioli”:	si	rivolge	a	una	persona	che	parla	troppo	e	senza	sosta:	deriva	dal	rumore
                                              che	fa	la	pentola	(la	pila	in	romanesco)	quando	bolle	con	i	fagioli.

            Eravamo	a	Bologna	due	anni	fa,	riuniB	in	  • “Stai	 a	 guarda	 er	 capello”:	 si	 dice	 a	 chi	 fa	 il	 punBglioso	 e	 guarda	 i	 de/agli.	 Nasce	 nelle	 osterie
            occasione	del	14°	Raduno,	ancora	felici	e	  romane:	 l’oste	 serviva	 il	 vino	 in	 bicchieri	 di	 metallo	 o	 terraco/a	 e	 spesso	 nascevano	 liB	 sulla
            contenB	di	trascorrere	quei	giorni	insieme.	  quanBtà	versata	nel	bicchiere.	Il	Papa	Sisto	V°,	per	me/ere	fine	ai	conBnui	tafferugli	fece	sosBtuire	i
            Se	ce	lo	avessero	prede/o	nessuno	ci	  bicchieri	 con	 quelli	 in	 vetro	 in	 modo	 che	 si	 potesse	 vedere	 il	 contenuto.	 La	 quanBtà	 di	 vino	 da
            avrebbe	creduto:	arrivare	ad	un	lock-down	  rispe/are	era	indicata	da	una	riga	incisa	nel	vetro	che	fu	chiamata	“capello”.	I	recipienB	in	vetro,	in
            lungo	quasi	un	anno,	una	pandemia	che	  base	alla	misura	e	alla	fantasia	popolare,	furono	nominaB:	il	tubo	=	1	litro;	la	foglie/a	=	mezzo	litro;
            purtroppo	per	molB	è	stata	fatale.	Poi	le	  il	quarBno	=	un	quarto	di	litro;	il	chiriche/o	=	un	quinto	di	litro;	il	sospiro	=	un	decimo	di	litro.
            cose	sono	migliorate,	il	vaccino	ci	ha
            prote\,	ci	siamo	prote\	noi	stessi	  • 	“stai	manzo”:	è	un	invito	a	stare	calmo.	Non	si	riferisce	al	tranquillo	animale	ma	è	lo	storpiamento
            osservando	tu/e	le	precauzioni	e	le	norme	  della	parola	mansueto	-	manso	-	manzo
            igieniche	indispensabili,	i	contagi	sono
            diminuiB	e,	“saltato”	il	2020	e	parte	del	  • 	“Te	auguro	10	minuB	de	inteligenza	pe	capì	quanto	sei	idiota”
            2021,	possiamo	oggi	essere	più	sereni	e
            speriamo	che	quel	“ANDRA'	TUTTO	BENE”	  • “Si	te	pijo	te	faccio	mama	non	mama	con	le	sopracciglia”
            sia	per	tu/o	il	nostro	futuro.	Ecco	che,	  • “A	soluzione	è	dietro	l’angolo;	a	luce	è	in	fonno	ar	tunnel;	a	felicità	è	dietro	la	porta.	Ao	mai	na	cosa
            dopo	questa	lunga	pausa,	possiamo	  che	se	trova	‘ndove	sto	io”
            finalmente	incontrarci	di	nuovo!
            Personalmente	ne	sono	entusiasta	perché
            torniamo	a	senBrci	un	po'	“normali”,	come
            prima	della	pandemia,	e	credo	che	questo	  La fabbrica dei sogni
            valga	un	po'	per	tu\.	Incontrarci	di	nuovo,
            guardarci	negli	occhi	(magari	senza	baciarci	                        Cinecittà si raggiunge facilmente con la metro
            e	poi	indossando	la	“benede/a	     A  dalla  stazione  Termini  scendendo,  dopo  circa  20  minuti,  alla  fermata  omonima.  L’ingresso  su  via
            mascherina”!),	trascorrere	giornate	  Tuscolana è sempre quello, caratterizzato dalle tondeggianti linee architettoniche tipiche degli anni 30. Nel
            insieme,	visitare	ed	apprezzare	le	bellezze	  settembre 1935 la vecchia casa di produzione Cines, sita in via Veio nel quartiere di San Giovanni, era andata
            di	Roma	(questa	volta	la	mia	Ci/à!):	i	suoi	  a fuoco. Il rogo di via Veio diede la scossa che serviva: venne individuata sulla Tuscolana un’area di mezzo
            monumenB,	le	chiese,	le	fontane,	le	strade,	  milione di metri quadrati dove far sorgere la nuova Città del Cinema. Fu un miracolo di efficienza: il 26
            i	vicoli,	anche	con	tu\	i	dife\	che	una	  gennaio 1936 fu posata la prima pietra e solo quindici mesi dopo, il 28 aprile 1937, il complesso venne
            grande	ci/à	come	Roma	può	avere.	Sarà	di	  inaugurato. I film prodotti nel 1937 furono 19. Il più noto è Il Feroce Saladino di Mario Bonnard. Nel 1940
                                               i film. Furono 48 e 59 nel 1942, anno terribile di guerra. A Cinecittà lavorano in quegli anni i migliori
            nuovo	commovente	e	significaBva	la	  registi: Alessandro Blasetti, Mario Camerini, Renato Castellani, Roberto Rossellini, Mario Soldati, Luchino
            Cerimonia	della	Deposizione	della	Corona	  Visconti,  Luigi  Zampa.  Dopo  l’8  settembre  1943  Cinecittà  venne  depredata  degli  impianti  tecnici  dai
            d'Alloro	nel	Museo	Storico	dei	Bersaglieri	e	  Tedeschi e saccheggiata di ciò che restava dalle orde fameliche di chi, a causa della guerra, aveva perso ogni
            sarà	molto	bello	condividere	anche	i	pranzi	  cosa; tutto infatti venne rubato, fino alle rubinetterie dei bagni. L’ampia area della città del cinema diventò
            o	le	cene	e	trascorrere	con	un	po'	di	  accampamento per le truppe e ricovero per gli sfollati. Il cosiddetto fenomeno del cinema Neorealista, cioè
            spensieratezza	momenB	di	convivialità	.	  film girati in mezzo alla strada, con storie di strada e attori che dalla strada spesso erano presi, è anche perché
            (Gabriella Pudico Tonnina)         gli studi di Cinecittà erano indisponibili e bisognava fare i conti con quello che c’era, ossia con la realtà di
                                               un’Italia che usciva schiantata dalla guerra. Poi arrivarono gli Americani, che scelsero Cinecittà per alcune
                                               faraoniche produzioni dedicate soprattutto all’antica Roma. Legioni di divi americani sono passati per Roma
                                               negli anni cinquanta: Rita Hayworth, Orson Welles, Liz Taylor, Richard Burton, Peter Ustinov, Ava Gardner,
             Se  ti  chiedono  se  conosci  Carlo  Alberto   Robert Taylor, Katharine Hepburn, Rex Harrison, Henry Fonda, Antony Quinn, Burt Lancaster, Charlton
             Salustri è quasi certo che risponderai di non   Heston e Clark Gable, che su Roma si era già affacciato come mitragliere a bordo di un B-17 flying fortress,
             aver mai sentito questo nome ne tantomeno   durante il terribile bombardamento del 19 luglio 1943, che rase al suolo lo storico quartiere di San Lorenzo.
             aver  letto  qualcosa  scritto  da  lui.  Ma   I film americani si succedevano implacabili, poiché una legge (opportuna in quei tempi grami) impediva che i
             l’anagramma  di  Salustri  ti  farà  sorridere   guadagni realizzati dai produttori americani potessero essere esportati. La scelta quasi obbligata era, quindi,
             pensando  ad  uno  dei  poeti  Romani  più   di reinvestire sul posto in nuovi film, incrementando in tal modo sia le possibilità di lavoro sia l’impulso al
             conosciuti  per  le  sue  poesie  dialettali   filone  della  romanità.  Ci  furono  quindi  film  buoni  e  meno  buoni,  film  che  ripagarono  i  costi  e  film
             Trilussa. Ne ha scritto veramente tante con   enormemente  dispendiosi.  Ricordiamo  Quo  Vadis,  Ben  Hur,  Cleopatra (produzione immensa, solo i
             stile satirico e dissacrante degli usi e costumi   costumi erano 26 mila). A proposito di Ben Hur, diretto da William Wyler, è costato 15 milioni di dollari (nel
             della borghesia dei suoi tempi. Ne riportiamo   1958!), per la sola corsa delle quadrighe si spesero 1 milione di dollari.
             uno  (ritrovato  da  Roberto  Spagnoli)  che,   Al di là dell’aspetto economico, questi film rilanciarono l’immagine di Roma nel mondo, contribuendo a
             “come  er  cacio  su’  maccheroni”,  parla  dei   restituirle il ruolo di grande metà turistica e a Cinecittà il soprannome di “Hollywood sul Tevere”.
             Bersaglieri.                       Esauritosi, soprattutto per via dei costi ormai diventati insostenibili anche per chi pagava in dollari, il filone
                                               americano, negli anni 60 il posto fu preso principalmente da Federico Fellini che girò tutti suoi film a
             La  vorpe  antimilitarista.  Un  cappone
             diceva:  Stamattina  ch’ho  veduto  passà  li   Cinecittà, a cominciare dalla Dolce Vita.
             bersajeri me venuta la pelle de gallina! Quanti   Anche Sergio Leone girò la quasi totalità dei suoi Kolossal C’era una volta il West e C’era una Volta in
             fiji  de  madre  ciaveveno  cuciti  sur  cappello!   America quasi interamente a Cinecittà. Vittorio De Sica girò a Cinecittà il Giardino dei Finzi Contini che, nel
             V’abbasti a dì che in testa a un colonnello ciò   1972, gli valse il premio Oscar per il miglior film straniero.
             rivisto  le  penne  de  mi’  padre,  ciò  rivisto  la   Poi, con il declino della cinematografia, gli studios sono stati sempre più spesso utilizzati per girare gli spot
             coda  d’un  fratello!  -  E’  una  vera  barbaria!,   pubblicitari e soprattutto i reality show, uno su tutti il Grande Fratello.
             strillo  la  vorpe  rivoluzzionaria  -  bisogna   Bisognava tenere economicamente in piedi un centro produttivo così importante e ciò basta a spiegarne i
             comincià l’aggitazzione per abbolì l’esercito,   cambiamenti. Resta il rammarico di aver assistito al declino irreversibile di uno dei luoghi in cui Roma s’è
             in maniera de buttà giù qualunque sia bariera   rispecchiata, in cui ha costruito o talvolta riscoperto e affermato la sua identità. Se avete tempo, domenica
             fra nazzione e nazzione. Arza la voce tu, che   mattina,    prima  di  ripartire  potrete  visitare  Cinecittà  e  gli  studios  a  partire  dalle  ore  10,00  da
             ciai coraggio! Se te decidi a	demolì	er	riparo	  raggiungere come detto nelle prime righe. Potrete vedere ancora i resti di alcuni scenari di grandi film
             che	 t’hanno	 messo	 intorno  ar  gallinaro,  a   al costo di 15 euro. (Fabio Rossi)
             l’occasione  te  proteggerò.  Appena  trovò
             libbero er passaggio la vorpe c’entrò subbito,
             e s’intenne ch’er povero cappone organizzato   •Dire/ore	 SebasBano	 Amarù	 -Stampato	 presso	 la	 copisteria	 Giuseppe	 Dieni	 -	 Hanno
             morì ammazzato, ma sarvò le penne.  collaborato:	Fabio	Rossi,	Alberto	Tonnina,	Gabriella	Pudico	Tonnina,	Roberto	Spagnoli



               16° Raduno - Roma 30/10/2021                                                                2
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