Page 15 - Libro70
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continuare a correre. Io e un altro compagno prendemmo
                                                    sottobraccio Lino e lo aiutammo ad andare avanti, mentre
                                               “Lasciatelo morire” urlò l’Ufficiale e ordinò di alzarsi e
                                       Io gli stavo vicino e lo spronavo ad andare avanti. Informai,
                                         urlando, il Sottotenente che ci guidava, che il collega stava
                                                                    Non ricordo chi aiutò, insieme a me, il collega Lino, ma il
                                                                          sulle spalle, mentre scrivo  questo episodio, non comprendo ancora perché quell’Ufficiale,  diventato nostro collega, ci  trattava con arroganza e disprezzo e ignorava volutamente le  reali esigenze di ognuno di noi, mettendo anche a rischio la  nostra salute. Quale era lo scopo? Che cosa voleva insegnarci?  Comunque, nonostante tutto, la nostra Compagnia era un  unico corpo che si muoveva contempor
                                                               l’addestramento, con le ossa inzuppate di fango, sostenevamo
                                                       correvamo lui continuava a vomitare sui miei poveri scarponi,
                                                            Finalmente tutto finì e noi, soddisfatti di aver completato
                         che, urlando, ti faceva ritornare indietro e ti costringeva a
              formato (forse era voluto dal sadismo di qualche nostro
                       ma questa manovra non sfuggiva all’occhio vigile dell’Ufficiale
                 Comandante?). Qualcuno provava ad ignorare l’ordine e si
                    sdraiava qualche metro più avanti per evitare la pozzanghera,
                                 era molto pallido, forse non aveva digerito. La sua andatura era
                               correva vicino a me. Quel giorno non era in forma e il suo viso
                            tuffarti (attenzione a non bagnare il fucile). Lino Testone
                                    più lenta degli altri e le forze lo stavano abbandonando.



                                            male e di farlo smettere.   ormai anch’essi mimetizzati.   il nostro collega, ormai debilitato, fino alle docce.  supporto è stato immediato e spontaneo.  Oggi, con qualche anno in più   che pochi mesi dopo sarebbe   proteggono a vicenda.


























                                                   per iniziare   amiche e scaricarle nel bel









               LASCIATELO MORIRE  Sebastiano Amarù – Bersagliere     Una delle attività di addestramento più dure e più odiate da noi  Bersaglieri erano gli “sbalzi”. Chi può aver dimenticato?  Tuta mimetica, cinturone con baionetta, anfibi pulitissimi,  elmetto mimetizzato con rete e piume da Bersagliere, fucile  Garand del peso di cinque kg, fazzoletto cremisi intorno al  collo; questo era il “corredo” necessario  l’addestramento nel campo adiacente alla Caserma.   Salt
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