Page 5 - versione definitiva quindicesimo raduno edizione speciale
P. 5
70° Corso AUC N° 5 12 settembre 2020
Pescara o Rimini?
In quest'anno senza raduno, ho deciso di dare il mio contributo anche se non amo molto scrivere, soprattutto
perché non mi ritengo una “buona penna”. Tuttavia, essendo l'unico del 70° Corso che proviene da Pescara,
avverto il dovere di dire qualcosa, di contribuire affinché il filo, certamente robusto, che lega noi tutti del 70° non
si sfilacci troppo. Ho elaborato qualche spunto che potrebbe anche assumere un carattere consolatorio, volto a
lenire la delusione per il mancato raduno. Posto che la componente più rimarchevole dei nostri raduni è
certamente il momento di socialità in cui ci si rivede e ci si incontra, occorre anche riconoscere che la visita alle
città che ci ospitano è una parte importante, gradevolissima e, personalmente, molto apprezzata dei nostri
incontri. E finora abbiamo scelto località di grande prestigio e grande bellezza: Roma, Firenze, Venezia, Verona,
Mantova, Gubbio, Trieste, Bologna, senza citarle tutte. Pescara, città di recentissima costituzione certamente non è
in grado di sostenere il confronto. E quando a Bologna, nell'ultimo raduno, è stata prescelta, ho subito cominciato,
come unico indigeno, o, se si preferisce, autoctono, a pensare a cosa si potesse offrire. Certamente non ci sono
luoghi rimarchevoli da visitare: Pescara è una città essenzialmente balneare - la spiaggia è proprio in centro – ed è
caratterizzata nell'estate da un’atmosfera di vacanza e una certa gaiezza di vita che in settembre si può ancora
cogliere. Quindi più che monumenti da ammirare, che proprio non ci sono, c'è un clima particolare, un modo di
vivere leggero da percepire e godere. Per spiegare meglio tutto questo si può evocare Rimini, città anch'essa
balneare, ma di maggiore fortuna, di maggiore fama, più conosciuta e quasi, con termine piuttosto diffuso e forse
anche un po' abusato, mitica. Questo è dovuto al richiamo inevitabile a Federico Fellini ed alcuni dei suoi film più
famosi, ambientati appunto a Rimini. E' d'obbligo citare “Amarcord” e “I vitelloni”, caratterizzati da quelle
atmosfere, manco a dirlo, felliniane, che restituiscono lo spaccato di una vita di provincia, apparentemente banale
e superficiale ma piena di umanità autentica, malinconica e dolce al contempo. Il richiamo a Rimini non è casuale:
i cultori di cinema infatti sanno benissimo che il maggiore collaboratore di Fellini, lo sceneggiatore per
antonomasia dei suoi film è stato Ennio Flaiano, pescarese. Scrittore di rimarchevole livello, vinse nel dopoguerra
la prima edizione del premio Strega e continuò poi a scrivere per il teatro e soprattutto per il cinema. La
collaborazione fra Fellini e Flaiano fu intensa e proficua, anche se il loro sodalizio non fu mai molto evidente ed
appariscente al grande pubblico; penso per motivi caratteriali: Fellini era un romagnolo estroverso, affabulatore;
Flaiano un abruzzese introverso, riservato, forse anche timido. In particolare poi i cultori di cinema sanno anche
che il personaggio del vitellone è totalmente di Flaiano, che lo descrisse osservando i suoi concittadini durante le
sue permanenze pescaresi. Il termine anzi era in uso nella Pescara del tempo e infatti, in un primo momento, il film
stesso doveva essere girato a Pescara; fu poi Fellini a portare il set a Rimini volendo evocare felicissimi spunti
autobiografici. Il film è molto datato: è del 1953, tuttavia è stato riproposto recentemente su qualche canale
televisivo come omaggio ad Alberto Sordi, interprete magistrale del vitellone. Certo è passato molto tempo e
quell'atmosfera particolare non è più individuabile né a Rimini né a Pescara, però resta certamente, per chi vuole
percepirla, una certa malinconica nostalgia che da un sapore particolare all'ambiente cittadino. A questo punto
molti penseranno che non essersi incontrati a Pescara non è stata una grossa perdita, ma non lo diranno, quanto
meno per buona educazione. Ritengo allora doveroso che lo dica io, unico pescarese del 70°. Comunque l'unica
cosa importante è mantenere ben saldi i vincoli che ci uniscono, preziosi e forse incredibili se si pensa che siamo
stati tutti insieme per soli sei mesi e tanto tempo fa. (Eugenio Vozzo)
La mascherina del
Il gadget del 15° Raduno settantesimo creata e prodotta
dall’amico Renzo Tasseli
“Il Raduno che non c’è”
70 Corso AUC N° 5 Pagina 5